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Pochi registi hanno saputo, come Stanley Kubrick, affrontare con la loro opera epoche e questioni storiche così lontane e diverse tra loro. E questa varietà di temi e di approcci sa reggersi da una parte sulla compattezza e sulla coerenza di una scrittura cinematografica sempre avanguardistica e propositiva, capace, al di qua del racconto, di (in)formare il film, e dall’altra su un radicato sentimento mitico di Spazio e Tempo che va ad incidere direttamente sulla concezione storica del regista. I suoi personaggi sono rinchiusi in un flusso che mette in discussione il loro essere–nella–Storia e il loro essere–nel–cinema e li respinge di continuo verso l’origine, verso strutture di convivenza primarie; per questa stessa idea mitica della Storia, il cinema di Kubrick è un cinema “di fondazione” e un cinema violento. Dai film più noti al colossale progetto Napoleon, tra consolidate e nuove aperture interpretative, si fa luce sulla sorprendente unitarietà del progetto storico kubrickiano. |
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