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Dario Argento è uno dei pochissimi registi del cinema italiano contemporaneo che possono reggere senza imbarazzo il peso dell’appellativo «classico». I suoi film sono un punto di riferimento, in patria e all’estero, e su di essi si è ormai accumulata una vastissima letteratura. Parlare di Dario Argento significa interpretare una dimensione importante e negletta del cinema italiano e sfidare la consuetudine dei discorsi critici fin qui prodotti. Significa guardare a occhi aperti le innovazioni di un regista che ha pochi modelli e vanta numerose imitazioni e che da giovane iconoclasta poco amato dalla cultura ufficiale è assurto ad autore a tutto tondo, celebrato dai «Cahiers du cinéma». Il cinema di Argento non è solo un sublime gioco spettacolare a uso e consumo degli amanti dell’horror, ma un luogo di rielaborazione dell’immaginario sociale e culturale del nostro paese, oltre che un deposito di forme espressive destinato a influenzare il cinema di genere. Il volume contiene scritti di G. Barrera, C. Bisoni, A. Boschi, G. Canova, G. Carluccio, R. Censi, S. Colombo, S. Della Casa, M. Gervasini, G. Lucantonio, F. Maiello, G. Manzoli, R. Menarini, G. A. Nazzaro, J.-F. Rauger, J.-B. Thoret, F. Villa. |
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