Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Fratelli Coen Contrappunto Noir

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a cura di Andrea Olivieri
Dalla valigetta al disco, di mano in mano, per passare in quelle sbagliate in mezzo alle poche che lo cercano: "Burn After Reading" (appena presentato al Festival di Venezia numero 65) appartiene al filone-ricerca di "Non è un paese per vecchi", con tinte meno nere e attori ai quali i Coen ci avevano già abituato, Clooney su tutti.
La memoria cinefila (di un mito) è la volontà di anteporre l’inequivocabile forza dei personaggi allo scorrere della narrazione: un linguaggio d’istinto insostituibile, il piacere della visione (dettato dalla cultura e nostalgia) che non si limita al passionale gioco scatenato della rivisitazione di un genere costantemente avvincente; ma l'ambiente corrotto, espressione 'umoristica' in un clima malsano, è quello decomposto dalla sconsolata angoscia del cuore e della ragione destinata ad essere giudicata alla luce del sole (disincanto moderno).
La volontà d’identificazione in un equilibrio instabile ed obliquo; golem sovrano di ritrovare in un Paese per vecchi ('No Country for Old Men') molti degli elementi che fanno grande il cinema dei fratelli Joel e Ethan Coen: raccontare la banalità e la casualità del male, rilanciare un personaggio dalla malvagità quasi assoluta. In un mondo dominato dall'avidità e dalla violenza, trovano spazio personaggi di sangue, sudore e sporcizia morale.
Una valigetta piena di soldi, un cacciatore, uno sceriffo, un killer molto cattivo. Un'umanità ormai allo sbando, priva di valori e di punti di riferimento. Un susseguirsi di omicidi senza scrupoli, dove, come hanno commentato i Coen: "puoi soltanto scegliere in quale ordine abbandonare la tua vita". Uno dei migliori film del concorso di Cannes 2007, i fratelli Coen tornano a rivisitare il genere noir ('Fargo'), con una storia tratta dal romanzo omonimo del grande scrittore americano, Premio Pulitzer, Cormac McCarthy. Immagini straordinarie, contraddittorie, destabilizzanti, la volontà di interpretare, decifrare, manipolare: quello dei Coen è un cinema d’inventiva 'formale', nel quale si afferma progressivamente il terrore del vicino, del diverso, dell'altro. "Il libro di McCarthy è sicuramente molto dark; e questa è stata la caratteristica che abbiamo fatto prevalere. E' anche molto violento, sanguinoso. Per questo il film è forse il più violento che abbiamo mai fatto. Da questo punto di vista rispecchia il romanzo in modo molto preciso".
La cognizione dell’'orrore' sull'America più profonda, sul caso e la necessità, sulla possibilità di cambiare la propria vita, sui vecchi e sui giovani: condizionamenti psicologi rivelatrici di sarcasmo impietoso, la follia tragicomica intrisa di graffiante avanguardia sociale e cronaca (nera) intrisa d’illusioni nell’afa paradossale della commedia irriverente (postmoderna), verso metafisiche e poetiche proprie, con la leggerezza disincantata di una dimensione che potrebbe essere semplicemente disperata, ma che è intrisa di umorismo, lievitata di continua, poetica intuizione. La passione autentica per la citazione, l’omaggio, l’esercizio di stile nella ricerca e nella qualità: una riflessione (evoluzione) su cosa sia davvero il cinema.