Quinta edizione per il Festival Internazionale del film di Roma, che investe i suoi 13,5 milioni di euro per consolidare la formula dell’anno scorso: niente stravolgimenti di programma, meno glamour ma più iniziative e, si spera, più qualità. Gian Luigi Rondi, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, introduce la manifestazione puntando l’accento sulle ricorrenze, elemento ricorrente nelle sue iniziative: il 27 ottobre, nel ventennale della scomparsa di Ugo Tognazzi, il festival vivrà la sua anteprima, un giorno prima dell’inizio ufficiale, con un omaggio all’indimenticato attore e la proiezione del documentario della figlia, Maria Sole. La seconda ricorrenza ‘pesante’ è il centenario della nascita di Akira Kurosawa, che coincide con il sessantennale di “Rashomon”, film che sarà proiettato all’interno del focus dedicato al Giappone, che conta diversi film nelle varie sezioni e una retrospettiva sullo Studio Ghibli imperdibile non solo per gli appassionati; tra gli undici titoli segnaliamo “Porco rosso” di Hayao Miyazaki, che Lucky Red porterà finalmente in sala quest’autunno. A 50 anni da “La dolce vita”, Rondi ricorda – come un po’ tutti i festival italiani di quest’anno – Federico Fellini, prendendo spunto per lo slogan di quest’anno: “Lunga e dolce vita al Grande Cinema”. Alla memoria di Suso Cecchi D’Amico, scomparsa a fine luglio, sarà assegnato un Marco Aurelio speciale mentre, tuffandoci nell’attualità cinematografica, il Marco Aurelio per la recitazione sarà consegnato a Julianne Moore. L’attrice americana, 50 anni a dicembre, sarà uno dei volti femminili di questo festival: l’altro, più giovane e non meno luminoso, è quello di Valeria Solarino, madrina della manifestazione. Sul red carpet sono annunciate Keira Knightley (speriamo bene, dopo lo smacco dell’anno scorso) ed Eva Mendes, mentre il versante maschile avrà il suo paladino in Aaron Eckhart, protagonista insieme a Nicole Kidman di una delle pellicole più attese tra quelle in concorso, “Rabbit Hole”.
“Il festival ringiovanisce”, fa notare Piera De Tassis, sempre salda al timone della direzione artistica: l’età media degli autori presenti si è notevolmente abbassata, le opere prime, seconde e terze la fanno da padrone così come i film indipendenti rispetto a quelli delle major. In concorso avremo 4 film italiani, 3 dei quali – è un caso? – recitati non in italiano, dall’hindi all’arabo al tedesco, mentre cresce il numero dei film americani che, oltre ai 7 titoli nella Selezione Ufficiale, ai 6 di Extra e ad altri in programma, aumenteranno di un’importante unità quando sarà ufficializzata la presenza di “The Social Network”, il chiacchieratissimo film su Facebook di David Fincher.
Nei prossimi giorni i direttori di sezione terranno delle conferenze stampa per illustrare più nel dettaglio il programma; dal 28 ottobre non ci sarà più spazio per le presentazioni e le promesse, e la parola passerà alla giuria internazionale presieduta da Sergio Castellitto, a quella dei documentari e alla giuria degli esordienti, che assegneranno i premi ufficiali del festival (tra le novità la Targa Speciale del Presidente della Repubblica al film che meglio metterà in rilievo i valori umani e sociali) insieme al pubblico, chiamato a votare il miglior film in concorso (l’anno scorso vinse “L’uomo che verrà” di Giorgio Diritti). |